La mobilità nelle città Metropolitane

Le Città Metropolitane comprendono 1.268 Comuni (pari al 16% dei Comuni italiani) e si estendono per oltre 46 milioni di kmq (15% della superficie del Paese). Nelle Città Metropolitane risiedono oltre 21 milioni di persone (circa il 36% dei residenti italiani), circa 10 milioni di persone vive nei comuni capoluogo. Per lo sviluppo di città sostenibili la mobilità urbana e metropolitana riveste un ruolo fondamentale in grado di integrare l’insieme dei trasporti, l’uso del terreno con produzione e consumo di ogni tipo di energia.
Più di 10 milioni di persone residenti nelle Città Metropolitane di muovono ogni giorno effettuando un totale di 28 milioni di spostamenti giornalieri, pari a circa il 30% degli spostamenti complessivi effettuati in un giorno nell’intero Paese.
Oltre l’85% degli spostamenti generati dalle Città Metropolitane sono da/verso il Comune capoluogo.
Per una panoramica esaustiva che consenta una visione reale dell’intensità della mobilità andrebbero aggiunti anche i dati relativi all’attività e all’afflusso turistico (Torino e Venezia per esempio raddoppiano la propria popolazione in alcuni periodi dell’anno mentre alcuni comuni scarsamente popolati sono in realtà destinazioni di forte interesse turistico), nonché considerati i movimenti per il trasporto delle merci, in particolare nella sua accezione di ultimo miglio, fattore determinante sia in termini di congestione che di apporto in termini di inquinamento acustico ed atmosferico in generale.

Il ruolo e lo stato dell’arte della Pianificazione nelle Città Metropolitane

Il suolo pubblico urbano è la parte quantitativamente preponderante dello spazio pubblico urbano ed il luogo dove si svolge la mobilità urbana a tutti i livelli: quella privata (pedonale, ciclistica, automobilistica) e quella pubblica (tram, autobus, metropolitane).
La preponderanza della motorizzazione individuale che si verifica in tutti i paesi del mondo soddisfa un’esigenza fondamentale ma crea altresì forti squilibri, sia in termini di inquinamento atmosferico che di intasamento delle sedi stradali a scapito della velocità (e attrattività) dei mezzi di trasporto con un basso tasso di inquinamento per passeggero, come il trasporto pubblico.
È quindi necessario applicare soluzioni e strumenti che consentano un uso più sostenibile ed equilibrato del suolo pubblico urbano e consentano al contempo la riappropriazione da parte dei cittadini del suolo pubblico.
La ristrutturazione della mobilità urbana, attraverso una differente ripartizione delle modalità di spostamento e di trasporto, rappresenta uno degli obiettivi principali della rigenerazione delle città e delle loro periferie le cui ricadute sulla qualità della vita, riscontrabili ovunque si sia adottata tale strategia, appaiono estremamente positive.
Si tratta tuttavia di una prospettiva che implica una trasformazione radicale non solo delle soluzioni urbanistiche, infrastrutturali e trasportistiche, ma anche della mentalità e delle abitudini dei cittadini e che richiede una programmazione di ampio respiro e di portata strategica.

In tal contesto, la strada è quella di realizzare una strategia integrata di investimenti e policy (nazionali e locali) che mira all’obiettivo di Trasformare le città esistenti nell’ottica di ridefinire e rifunzionalizzare lo spazio urbano pubblico in favore di una mobilità sostenibile, green, digitale.

Nel settore della mobilità urbana tale obiettivo è stato declinato attraverso 4 driver fondamentali:

  1. Conversione green del parco mezzi (privato e pubblico, in primis dei mezzi del TPL sia gomma che ferro), ivi comprese le infrastrutture/aree per la ricarica dei mezzi
  2. Shift dello spazio pubblico destinato alle vetture in favore di piste/percorsi ciclabili/pedonali e realizzazione/potenziamento dei nodi di interscambio, nonché l’utilizzo della mobilità connessa all’utilizzo e non al possesso (sulla base del concetto della sharing economy).
  3. Cura del ferro (realizzazione/modernizzazione delle linee ferroviarie a zero emissioni/elettriche, infrastrutture del trasporto rapido di massa, principalmente metropolitane e tram)
  4. Policy di gestione della sosta e degli accessi alle città

Mobilità e digitalizzazione

I 4 driver sopra rappresentati prevedono uno strato di integrazione che li accomuna e li abilita che è quello della DIGITALIZZAZIONE.

I progressi nelle tecnologie digitali come l’ intelligenza artificiale (AI), l’ Internet of Things (IoT), il cloud e l’edge computing e le reti 5G stanno guidando la trasformazione digitale del settore della mobilità.
La digitalizzazione rappresenta un volano imprescindibile per la ridefinizione della mobilità e dei trasporti in ottica sostenibile portando anche allo sviluppo di nuove competenze, ma al contempo richiede una forte attenzione in termini di protezione dei dati personali e sicurezza informatica in generale.

Nello specifico:

a) I nuovi servizi di mobilità abilitati dalle piattaforme digitali stanno cambiando il modo in cui ci muoviamo, dalla mobilità condivisa alla Mobility as a Service (MaaS), che consente di accedere a viaggi multimodali senza soluzione di continuità con una unica esperienza di acquisto e facilitando l’accesso a alternative di spostamento più ecologiche. Sfruttando la complementarità tra i diversi modi di trasporto consente un uso più efficiente delle risorse e risparmierebbe tempo e costi per i passeggeri e i trasportatori.

b) Le nuove abitudini e i comportamenti causati dalla digitalizzazione, come il rapido sviluppo del commercio elettronico del lavoro a distanza, stanno trasformando i modelli di mobilità. In tal senso il trasporto merci è quello che ha subito le modificazioni maggiori in ottica di ottimizzazione dei percorsi, gestione dei turni, integrazione con altre forme di mobilità, gestione di accessi e sosta nelle aree urbane, ecc.

c) L’AI e le leve della trasformazione digitale sono un elemento chiave per sostenere la transizione verso una mobilità a emissioni zero attraverso il miglioramento dell’efficienza energetica dei veicoli elettrici o a idrogeno e ottimizzare la diffusione delle infrastrutture di ricarica. La ricarica bidirezionale dei veicoli elettrici potrebbe fornire flessibilità alla rete, consentendo di ottimizzare l’utilizzo e la produzione di energia, integrando al contempo le energie rinnovabili. Tale sinergia settoriale richiede abilitatori digitali e condivisione dei dati in tempo reale.

d) La messa in comune e lo scambio di dati sulla mobilità possono migliorare la sincronizzazione tra i diversi modi di trasporto e le diverse infrastrutture. Per ciascuna auto possono essere raccolte enormi quantità di dati sui conducenti e sui loro viaggi, fino ad un 1 TB di dati al giorno; stesso discorso può essere commutato per le infrastrutture di trasporto. L’accesso a grandi pool di dati alimenta lo sviluppo di applicazioni basate sull’IA.

Un migliore accesso ai dati sulla mobilità aiuta le autorità pubbliche a monitorare le attività di trasporto e il loro impatto e a pianificare le infrastrutture e i servizi di trasporto, permette ai cittadini di avere informazioni in tempo reale sui propri spostamenti, nonché crea nuove fonti di valore (i dati dei sensori auto, ad esempio, sono di grande valore per le compagnie di assicurazione, navigazione o manutenzione stradale).

e) La mobilità connessa e automatizzata rende le strade, le ferrovie e i corsi d’acqua più sicuri. Ottimizzando l’uso di veicoli e infrastrutture si può migliorare l’efficienza, ridurre la congestione e contribuire a ridurre le emissioni di gas. La connessione e l’automazione possono anche creare opportunità di business e aumentare la competitività.

European Mobility Week